L’innovazione in campo scientifico e tecnologico identifica un complesso ambito di attività che possono senza dubbio produrre degli impatti positivi per il benessere e la qualità della vita delle persone. Al contempo, tali attività hanno la capacità di modificare, anche in modo permanente, gli equilibri climatici del pianeta Terra, e i suoi ecosistemi.

L’innovazione scientifica e tecnologica può anche generare rischi e dilemmi etici (come dimostra il caso degli Organismi Geneticamente Modificati, e delle biotecnologie in genere), risultando talora incapace di risolvere le problematiche che era destinata ad affrontare. In altri casi ancora, talune innovazioni tecnologiche possono non essere viste di buon grado dalla cittadinanza (si pensi ai termovalorizzatori, o all’energia nucleare), trasformando così importanti investimenti finanziari in un sostanziale fallimento.

Proprio alla luce di queste ambivalenze che caratterizzano il rapporto fra scienza, tecnologie e società sono stati sviluppati diversi approcci volti a rendere l’innovazione più capace di rispondere alle necessità dei contesti sociali di riferimento, in un modo coerente con i valori della società.

La Ricerca e Innovazione Responsabile (RRI), più conosciuta come Responsible Research and Innovation, è un approccio alla definizione delle politiche in campo scientifico e tecnologico promosso dall’Unione europea che mira ad allineare i processi di ricerca e innovazione (R&I) ai valori sociali condivisi con lo scopo di affrontare le grandi sfide che la società deve oggi affrontare.

Per fare ciò, la RRI si concentra su aree strategiche di attività (governance, partecipazione pubblica, questioni di genere nella scienza, etica, open access, educazione scientifica), introducendo anche dei requisiti procedurali per i processi di R&I (anticipazione, riflessività, inclusione, reattività), e considerando sostenibilità ambientale, giustizia e inclusione sociale come obiettivi verso cui orientare la ricerca e l’innovazione.

Sei principi guida della RRI

I sei principi guida della RRI sono:

  • Genere: garantire pari opportunità di genere e promuovere il valore delle differenze di genere nella e attraverso la ricerca scientifica e tecnologica;
  • Public Engagement: promuovere una intensa partecipazione e coinvolgimento di cittadini e stakeholder nella ricerca scientifica e tecnologica;
  • Educazione Scientifica: promuovere attività di disseminazione dei risultati emersi dalla ricerca scientifica e tecnologica, così da valorizzarne l’importanza per i soggetti che direttamente o indirettamente potrebbero esserne interessati;
  • Open access: rendere disponibili online a titolo gratuito i risultati della ricerca (pubblicazioni e dati) per stimolare l’innovazione e incrementare l’utilizzo dei risultati da parte di tutti gli attori sociali;
  • Etica: ispirare gli obiettivi e la valutazione delle possibili conseguenze derivanti dalla ricerca scientifica e tecnologica a valori condivisi dal contesto sociale di riferimento;
  • Governance: integrare i principi della ricerca e innovazione responsabile nei processi organizzativi delle istituzioni scientifiche.

Obiettivi di ricerca e innovazione della RRI

Gli obiettivi di ricerca e innovazione secondo la RRI sono due:

  • Giustizia sociale: favorire la creazione di condizioni che consentano ai cittadini ‎di avere pari diritti, uguaglianza di opportunità e uguale accesso alle risorse;
  • Sostenibilità: contribuire con le attività di ricerca e innovazione ad una società ed un’economia sostenibile dal punto di vista ambientale.

Responsabilità e agire sociale

Il concetto di responsabilità è stato ed è declinato in molti modi differenti, anche a partire dallo sguardo disciplinare che viene adottato per descriverlo (Davis 2012, Hart 1968, Ricoeur 2005, Vincent 2011). Per districare questa complessità semantica, è utile riflettere sul significato etimologico del termine. «Responsabilità» è riconducibile al latino respondeo e alla sua radice spondeo. Questa etimologia rimanda a due possibili significati del concetto, non disgiunti fra loro:

  1. l’idea di rispondere a qualcuno di qualcosa;
  2. l’idea di impegnarsi per qualcosa con qualcuno, che deriva dal significato giuridico di spondeo, farsi garante in giudizio.

L’aspetto comune, e più importante, è che entrambi i significati implicano che si sia sempre responsabili verso qualcosa o qualcuno e che, quindi, la dimensione necessaria della responsabilità sia, inevitabilmente, quella della relazione.

Cosa significhi rispondere, nel senso della responsabilità, è stato poi ulteriormente specificato distinguendone due aspetti complementari. In primo luogo, la responsabilità concerne l’imputabilità (imputability), cioè «la possibilità di tracciare le origini di un’azione ad un’agente come suo fattore causale» (Pellizzoni 2004: 546).
In secondo luogo, la responsabilità concerne le motivazioni dell’azione (answerability) e si riferisce alla «valutazione degli effetti di un’azione […] e può far sì che si sia chiamati a rispondere per le azioni di qualcun altro, come accade quando i genitori sono considerati legalmente responsabili per il comportamento dei loro figli» (ibidem).
L’imputazione (imputability) di determinate conseguenze al proprio comportamento, insieme al dovere di renderne conto (answerability), sono dunque solidamente intrecciate ma non sovrapponibili (Schlenker et al. 1994).

Osservando la questione della responsabilità da questa prospettiva, un soggetto può assumersi la responsabilità per le conseguenze delle proprie azioni.
Come mostra il significato etimologico di responsabilità che abbiamo illustrato in precedenza, questa assunzione di responsabilità può essere autonoma verso qualcuno o qualcosa, oppure (anche) legata alla convinzione di dover rendere conto, di dover rispondere a quel qualcuno o qualcosa.
In modo analogo, chi subisce le conseguenze di un’azione può imputarne la responsabilità a colui che agisce. Su questa base, questo secondo soggetto può chiedere conto delle azioni compiute dal primo.

Secondo questo semplice schema, possiamo dunque identificare tre «modi» secondo cui le relazioni di responsabilità si sviluppano. Queste tre modalità provano a raggruppare i diversi significati che al concetto di responsabilità sono stati assegnati (Fig. 1): l’assunzione, l’imputazione, la soggezione.

  • L’assunzione riguarda l’agire sulla base dell’anticipazione delle possibili conseguenze verso qualcosa e qualcuno;
  • L’imputazione si riferisce alla possibilità di identificare una catena di eventi e azioni fino a giungere all’attore (o agli attori) che hanno causato certe conseguenze;
  • La soggezione concerne la possibilità di chiedere ragione di un’azione che ha prodotto questo stato di fatto e il relativo obbligo di darne conto da parte di chi le azioni le ha compiute.

Benché questo schema interpretativo della responsabilità richieda un minimo di due soggetti, è importante sottolineare come sia possibile estendere questa logica ad N soggetti in relazione.

Figura 1 – I tre modi di attuazione della responsabilità nell’agire sociale
Fonte: Arnaldi e Bianchi (2016)

Tipicamente, chi ha trattato di responsabilità ha principalmente cercato di stabilire cosa essa significhi, in termini normativi. Trattandone in riferimento alla scienza, alla tecnologia e all’innovazione, si è per esempio cercato di identificare dei requisiti per qualificare i processi di innovazione tecnologica e i loro risultati come «responsabili» (Owen et al. 2011, 2013; von Schomberg 2013), approfondendo anche con quali strumenti di valutazione (Grunwald 2011; Guston and Sarewitz 2002), partecipazione (Fisher et al. 2006) o regolamentazione (Dorberk-Jung e Shelley-Egan 2013) sia possibile soddisfare tali requisiti.

Il progetto di ricerca En-RRI si inserisce in questo dibattito, da una prospettiva diversa ma complementare.
Ci si propone infatti di affrontare il tema dell’Innovazione e della Ricerca Responsabile a partire da un modello analitico che esamini in modo coerente le diverse declinazioni del concetto di responsabilità, basandosi sulle tre modalità sopra descritte e osservando le forme situate con cui esse vengono tradotte nel più ampio contesto delle relazioni e dell’agire sociale.
Pertanto, invece di definire a-priori cosa sia responsabile in modo esclusivo o prevalente secondo criteri (pre-)definiti, il lavoro fatto nel progetto cercherà, innanzitutto, di osservare le caratteristiche assunte dalla responsabilità all’interno di specifici contesti di innovazione guidata principalmente da cittadini e gruppi della società civile.
Ovvero, il progetto analizzerà in che modo gruppi di cittadini e organizzazioni della società civile italiana coordinano e conducono, in modo autonomo o in collaborazione con le istituzioni di ricerca, progetti di innovazione scientifica e sviluppo tecnologico per la risoluzione di problematiche a cui i puri meccanismi di mercato, o la pubblica amministrazione non sono riuscite a rispondere in modo adeguato ed efficace.

In questo modo, osserveremo come le declinazioni della responsabilità si caratterizzino di fatto, nel concreto delle pratiche di innovazione, con particolare attenzione ai campi delle tecnologie digitali, della medicina e della sostenibilità ambientale.

Bibliografia

  • Arnaldi S, Bianchi L. (2016) Responsibility in science and technology. Elements of a social theory. Berlin: Springer VS.
  • Davis M (2012) ‘Ain’t no one here but us social forces’: constructing the professional responsibilityof engineers. Science and Engineering Ethics, 18 (1): 13–34.
  • Dorbeck-Jung B, Shelley-Egan C (2013) Meta-Regulation and Nanotechnologies: The Challenge of Responsibilisation Within the European Commission’s Code of Conduct for Responsible Nanosciences and Nanotechnologies Research. Nanoethics, 7: 55–68.
  • Fisher E, Roop LM, Mitcham C (2006) Midstream Modulation of Technology: Governancefrom Within. Bulletin of Science, Technology & Society 26(6): 485–496.
  • Grunwald A (2011) Responsible Innovation: Bringing together Technology Assessment,Applied Ethics, and STS research. Enterprise and Work Innovation Studies 7: 9–31.
  • Guston DH, Sarewitz D (2002) Real-time technology assessment. Technology in Society, 24: 93–109.
  • Hart HLA (1968) Punishment and responsibility: essays in the philosophy of law. Clarendon,Oxford.
  • Owen R, Stilgoe J, Macnaghten PM, Fisher E, Gorman M, Guston DH (2013) A Frameworkfor Responsible Innovation. In Owen R, Bessant J, Heintz M (ed) Responsible Innovation.John Wiley, London, p. 27-50.
  • Pellizzoni L (2004) Responsibility and environmental governance. Environmental Politics 13(3): 541–565.
  • Ricoeur P (2000) The just. University of Chicago Press, Chicago.
  • Schlenker BR, Britt TW, Pennington J, Murphy R, Doherty K (1994) The triangle model ofresponsibility. Psychological Review 101 (4): 632–652.
  • von Schomberg R (2013) A vision of responsible innovation. In Owen R, Heintz M, BessantJ (ed) Responsible Innovation. John Wiley, London, p. 51-73.
  • Vincent NA (2011) A Structured Taxonomy of Responsibility Concepts. In Vincent NA, vande Poel I, van den Hove I (ed) Moral responsibility: beyond free will and determinism.Springer, Dordrecht, p 15-35.